C’erano un italiano, un tedesco, uno spagnolo e un francese… ma questa volta non è una barzelletta! Beh, quasi, visto che oggi si parla di lingue (o meglio di accenti) e l’italiano, il tedesco, lo spagnolo e il francese di cui sopra si trovano in un bar di San Francisco e comunicano in inglese.
Premettiamo che quando si vive all’estero, l’importante è sapersi esprimere correttamente, poi qualche errore di pronuncia ci può sempre stare. Lasciamo pure le acrobazie linguistiche, i giochi di parole e i sonetti di Shakespeare agli accademici, per sopravvivere in un paese straniero basta avere una solida base grammaticale e un sano senso dell’avventura.
Ma per i più pignoli, quelli che parlano così bene l’inglese da far invidia a Sua Maestà la regina e puntano il dito verso i loro connazionali, ecco qui una breve lista di segni inconfutabili per riconoscere alla prima sillaba un italiano, uno spagnolo, un francese e un tedesco che parlano inglese.
Partiamo dal bel paese: gli italiani all’estero si riconoscono subito perché hanno uno stile inconfondibile. Vestono griffati dalla testa ai piedi, indossano gli occhiali da sole anche in metropolitana, quando parlano al telefono alzano sensibilmente il volume della voce, ma soprattutto, appena dicono “Good morning”, sparisce ogni dubbio.
- Per iniziare, gli italiani hanno un serio problema con l’h: per loro è un mero accessorio linguistico che, almeno in italiano, serve solo a distinguere un verbo da una preposizione. Ma così non è in inglese dove, quando l’h c’è, si legge eccome! Perciò se un italiano vi dice che è arrabbiato (angry), cercate di capirlo, probabilmente ha solo molta fame (hungry).
- C’è un altro suono che ha a che fare con l’h e che mette in crisi gli italiani, questa volta perché in italiano proprio non c’è: si tratta del gruppo -th. Parole come the e this diventano inesorabilmente de e dis.
- E poi c’è la r, vogliamo parlarne? Agli italiani piace proprio tanto pronunciare le consonanti (per questo hanno un sacco di doppie) e questo rende difficile riprodurre quel suono leggero e così adorabilmente British di parole come car (/kɑː/).
- Sempre perché agli italiani piacciono tanto le consonanti, le parole che terminano in -ing (come i gerundi), gli italiani le pronunceranno fino all’ultimo suono.
L’amore per le consonanti accomuna gli italiani ai tedeschi: loro però sono precisi e hanno un nome per tutto, anche per classificare gli errori di pronuncia inglese:
- Auslautverhärtung è un errore di pronuncia abbastanza frequente e consiste proprio nel pronunciare fino alla fine le parole che terminano con le consonanti, enfatizzando queste ultime. Per esempio la parola dog diventa dok.
- Ma l’errore più comune è un altro ed è ancora il gruppo consonantico -th l’incriminato: i tedeschi lo rimpiazzano addirittura con la s, mistero della fonetica!
- In ultimo c’è un’altra consonante che sfugge ai tedeschi: la w loro la leggono v, ragion per cui la parola wine diventa vine.
Sicché anche i tedeschi all’estero si riconoscono dall’accento, oltre che dal classico e intramontabile binomio sandalo+calzino bianco!
Si era detto che insieme all’italiano e al tedesco c’è pure uno spagnolo e, se in un primo momento si può essere incerti sulla provenienza di un tedesco che parla in inglese, sugli spagnoli all’estero, come per gli italiani, dubbi ce ne sono davvero pochi! Ecco dei validi segni di riconoscimento:
- Non c’è e senza s! È più forte di loro, così forte che gli spagnoli nemmeno si accorgono di aggiungere la e davanti a tutte quelle parole che iniziano con la s! Per questa ragione parole come school, star, brainstorming, street, special diventeranno e-school, e-star, brain-e-storming, e-street, e-special e via dicendo.
- L’importante è aspirare! La j spagnola è un suono che li contraddistingue non solo quando parlano spagnolo, ma anche quando si esprimono in inglese. Per cui parole come hello, house, hot suoneranno più o meno così: jello, jouse, jot, con la j di jamón, per intenderci.
- Ma un altro punto debole è sicuramente lei, la g! Gli spagnoli non hanno molta confidenza con questo suono, poiché non è comune nella loro lingua e per questo hanno qualche difficoltà a riprodurlo. Ve ne accorgerete subito quando, parlandovi del loro capo, diranno manager (/ˈmænɪjə/ ) invece di manager ( /ˈmænɪdʒə/).
Tra l’italiano e lo spagnolo, soltanto il francese può mettere in discussione il primato dell’accento più riconoscibile. I francesi vanno fieri della loro cultura già quando sono in Francia, figuriamoci quando sono all’estero! Segni particolari? Eccone alcuni:
- L’accento cade sempre alla fine (come in francese), anche se non ci sono segni grafici evidenti! Finally diventa finallì e eventually diventa eventuallì
- Anche per i francesi il gruppo consonantico -th è una nota dolente: per loro diventa come una specie di f impura e invece di this, sentirete dire fis.
- Parlando inglese con un francese, avrete sempre il dubbio se stia davvero parlando inglese o se improvvisamente capite il francese: e non è solo per il loro accento, ma perché un francese che parla inglese, statene certi, infilerà sempre qualche parola francese nel suo discorso.
Noi abbiamo cercato di riassumere le imprecisioni più comuni ma la casistica di errori di pronuncia, così come di accenti all’interno di una stessa lingua può cambiare, e di molto! Per questo potrete allenare l’orecchio con il nostro quiz Guess my Accent, ma non fatevi ingannare dai primi livelli del gioco, il bello viene dopo!
E ora, vogliamo sapere in quanti di questi errori vi siete riconosciuti e se ne abbiamo dimenticato qualcuno di eclatante: non mancate di segnalarcelo con un commento!
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